lunedì 4 maggio 2015

Risveglio nel piccolo e bel Rifugio di Ventarola, dove eravamo gli unici a passare la notte. Non avendo niente dietro per poter fare colazione, ci siamo preparati e ci siamo avviati sulla strada per il Passo della Forcella, dove sarebbe partita la Tappa di oggi, sperando di trovare qualcosa di aperto, bar o alimentari, per la colazione, ma anche per il pranzo al sacco. Per fortuna, proprio sulla strada che da Ventarola porta al Passo Forcella, nell'abitato di Parazzuolo, abbiamo trovato tutto il necessario. Protagonista indiscusso della tappa di oggi l’ampio anfiteatro di arenaria costituito dal monte Ramaceto.

Infatti, la “vetta” della montagna offre un incredibile panorama sul mare, sull’Appennino, sulle Alpi e sulla val d’Aveto.
Estese faggete alternate a zone prative tagliate da rii ricchi d’acqua, numerose ardesie affioranti e fioriture che colorano in primavera il paesaggio, costituiscono il degno preludio per la salita a una delle vette più caratteristiche dell’Appennino Ligure.
Quindi da Parazzuolo, abbiamo proseguito, tramite strada provinciale, fino al Passo della Forcella, ove si trova uno slargo utilizzato come parcheggio e come area di sosta del Parco attrezzata con tavole e panche, e da qui abbiamo preso il sentiero che si immerge subito in una rada faggeta. 
Il percorso di crinale delimita contemporaneamente il confine fra la vegetazione arbustiva ed erbacea che caratterizza il versante meridionale e la faggeta che ricopre quello settentrionale. 




In questo suo primo tratto l’itinerario sovrasta la valle del torrente Oneto, affluente del torrente Sturla, per poi addentrarsi nuovamente nel bosco misto in cui prevale il carpino e in cui non di rado è possibile osservare lo scoiattolo rosso fra i rami e udire il picchio verde in lontananza.


Il sentiero procede in saliscendi sui teneri scisti della val Lavagna, fino a raggiungere il Passo Colletta (921 m s.l.m.).
Poi si prosegue in salita, fiancheggiando i versanti della Cima d’Acero coperti da un bel querceto.

Superato il minuscolo nucleo rurale di Case Cima d’Acero l’itinerario segue uno sterrato che, in leggera discesa, fiancheggia zone prative in cui, in primavera, si osservano abbondanti fioriture di orchidee.
Si giunge così al Passo della Crocetta punto di incrocio fra l’Alta Via, le strade per Acero e per il quadrivio della Crocetta, dove si trova un tabellone “Rete Natura 2000” del Parco.
Si intraprende per qualche centinaio di metri lo sterrato in ripida salita fino a imboccare, oltre le vasche dell’acquedotto, una deviazione sulla sinistra, rappresentata da un sentiero che sale in una bella faggeta ad alto fusto con esemplari di discrete dimensioni.


Lentamente si raggiunge il crinale di Liciorno, stretto fra la valli del torrente Ventarola e dello Sturla.
Si sale ora più dolcemente, fino ad affacciarsi finalmente sulla val Cichero




Il caratteristico crinale del Ramaceto si distende come in un abbraccio, disegnando un anfiteatro roccioso che crea un forte contrasto con i verdi pascoli dei prati di Cichero, solcati dalle sorgenti del rio Cicana.




Appaiono qui evidenti le caratteristiche geologiche di questo settore, condivise con il monte Caucaso e caratterizzate dalla formazione delle “arenarie del Monte Gottero”, qui presenti con possenti stratificazioni inclinate, delle quali risultano ben visibili le testate protese verso il cielo.
L’Alta Via procede ora a picco sulla val Cichero, mentre a destra il versante scivola ricoperto da faggi.
Si raggiunge la vetta del Monte Ramaceto (1345 m s.l.m.). 

In pochi minuti si raggiunge la cima sud-ovest, sulla quale sorge anche una cappelletta che può fornire riparo in caso di condizioni meteo avverse. Da qui il panorama è eccezionale: la costa appare nel tratto compreso fra il promontorio di Sestri Levante e il promontorio di Portofino, mentre la catena
appenninica ligure rivela alcune fra le sue cime più importanti quali il monte Aiona, il monte Maggiorasca e il monte Zatta. La falesia rocciosa cade a picco sui prati di Cichero. 
L’itinerario prosegue ora in discesa, seguendo il crinale prativo. Dal Monte Ramaceto si vedeva, parecchio in basso, il paesino di Lorsica (343 m s.l.m.), famosa per la lavorazione del damasco, dove abbiamo pensato di passare la notte, presso l'Agriturismo    "il Sogno". 
Quindi dai 1345 m s.l.m. siamo dovuti scendere fino a 343, quasi 1000 metri di dislivello, che abbiamo affrontato in parte seguendo l'Alta Via, poi con un sentiero di raccordo che collegava l'AV al paese di Lorsica. Giunti sulla strada carrabile ci sono venuti a prendere i gestori dell'Agriturismo, facendoci risparmiare un po' di fatica. 

Nessun commento:

Posta un commento