martedì 5 maggio 2015

Sveglia e ottima colazione all'Agriturismo "il Sogno". Dopo aver parlato un po' con i gestori che confermavano quello che già ci dicevano dall'Associazione Alta Via dei Monti Liguri, cioè che il sentiero della tappa seguente era a tratti malconcio per scarsa manutenzione ... abbiamo deciso di farci accompagnare in auto fino al Passo della Scoglina, saltando il pezzo più pericoloso dell'AV vicino al Monte Pagliaro. Da qui, abbiamo deciso di percorrere, al posto della Tappa AV da Lorsica al Passo della Scoglina, l'Anello del Monte Caucaso. Un anello breve e relativamente agevole, che alterna tratti di cammino fra estesi e freschi boschi e culmina sulla panoramica vetta del monte Caucaso, aperta sulle Riviere e sull’arco appenninico. 

Quindi arrivati al Passo della Scoglina (926 m s.l.m.); lasciata da parte per il momento l'AV, che condurrebbe in una mezz'oretta a Barbagelata, abbiamo preso un sentiero tra boschi misti e arbusti, salendo leggermente fino alla località Volta (975 m s.l.m.), ove sul crinale si guadagna una posizione dominante sulla valle del rio Malvaro. Poco dopo, si rientra nel bosco in corrispondenza di una conca contornata da faggi e da cumuli di pietre ricoperti da rovi e felce aquilina, oltre la quale è possibile udire lo scorrere dell’acqua nei rami sorgivi del torrente Aveto. 
Il percorso procede lievemente sopraelevato sullo stesso corso d’acqua guadandolo in alcuni punti.
L’itinerario prosegue sul versante orientale del Monte Caucaso, salendo subito piuttosto ripidamente fra grandi faggi e una pineta da rimboschimento fino a raggiungere una stretta valletta formata dal rio dell’Acquapendente - o Fosso del Molinello - caratterizzato da alcune ampie pozze e salti d’acqua. Guadato il rio, si continua a salire, arrivando così poco sotto la vetta del Caucaso, ove c'è il Rifugio omonimo, aperto tutta la settimana in estate, nei fine settimana in primavera, su richiesta nel resto dell’anno.



Poco più su, la vetta del Monte Caucaso (1250 m s.l.m.), è occupata dalla cappelletta dedicata alla Madonna della Pace. 







Il grande protagonista da quassù è tuttavia il panorama: unico.



Volgendo lo sguardo verso sud lo scenario che si apre è splendido, spaziando fra il promontorio di Sestri Levante, con la sua Baia delle Favole, e il monte di Portofino.


Volgendo le spalle al mare si delinea netta la val Fontanabuona, mentre lungo la catena appenninica, più a nord, spiccano le vette del monte Antola (1597 m s.l.m.) con il suo nuovo rifugio, e del monte Lesima (1724 m s.l.m.) con il caratteristico radar. Si distingue bene, guardando verso Genova, il monte Fasce (846 m s.l.m.) con le sue antenne.


Dopo aver consumato il pranzo al sacco vicino al Rifugio (chiuso), ci siamo incamminati, scendendo dal versante settentrionale del Caucaso, su una piccola sella erbosa ai piedi della vetta, dalla quale si gode ancora di una panoramica ancora molto valida; il ripido pendio sottostante che si rivolge alla Fontanabuona, costretto 
fra due crinali che si allungano verso Moconesi e i Piani di Struvega, può trasmettere una sensazione di vertigine.
Poco dopo si entra nel bosco caratterizzato da alberi ceduati e piccole radure quali la pozza dell’Orso, in cui furono rinvenuti reperti archeologici.

Si scende dolcemente tra i pini, fino ad arrivare prima al passo dell’Acquapendente (1112 m s.l.m.) e poi ad un crocevia di strade, Strè Burche (1109 m s.l.m.). Da qui, si scende con una strada sterrata in un bel bosco misto di faggi e abeti. 
Affrontata una breve discesa e superato il rio Fontane d’Aveto - che si unirà poco più a valle a un altro corso d’acqua confluendo così nel torrente Aveto - si procede ora sullo spartiacque fra la valle del torrente Neirone sulla destra e quella del torrente Aveto sulla sinistra, corsi d’acqua che, unitamente al rio Malvaro verso sud, danno origine a una complessa rete di ruscelli sviluppati a cavallo del principale spartiacque appenninico.

La natura geologica del substrato, caratterizzato in questo settore da rocce scistose e fragili (scisti della val Lavagna), abbinata all’attività erosiva dell’acqua di scorrimento e al dinamismo intrinseco dei sistemi naturali, ha generato e continuerà a generare fenomeni di cattura fluviale, per cui i torrenti con maggiore energia finiscono per incrociare corsi d’acqua minori, facendone confluire l’acqua nei propri bacini. In questo contesto il torrente Aveto presenta nel suo alto corso una caratteristica posizione “pensile”.


Da qui tramite la strada asfaltata, che coincide con l'Alta Via dei Monti Liguri, siamo arrivati a Barbagelata (1116 m s.l.m.). Il borgo Barbagelata si trova a circa 1100 metri di altitudine, in una posizione dominante ma esposta a freddi venti settentrionali (toponimo non casuale), panoramicamente spalancata sulle valli del Trebbia, dell’ Aveto e Fontanabuona. Ad eccezione del periodo di villeggiatura, il borgo risulta oggi decisamente silenzioso e tranquillo; mentre in epoche passate esso rappresentava un punto di incrocio di antichi percorsi che univano località anche relativamente lontane fra loro quali Nervi e la val Trebbia attraverso Lumarzo e Neirone, o ancora Rapallo con i borghi del versante padano attraverso Montebruno.


Ora una carrabile attraversa Barbagelata e unisce la Fontanabuona a Montebruno; seguendo la strada e il segnavia AV si esce dal paese per raggiungere una deviazione sulla destra, in prossimità di un cippo commemorativo dei caduti nella II Guerra Mondiale: sulla sinistra una sbarra chiude il percorso che conduce al monte Caucaso, mentre mantenendosi sulla destra l’Alta Via raggiunge la località Larnaia. Il tracciato fiancheggia il monte Bocco (1092 m s.l.m.) lungo il suo versante meridionale, offrendo una discreta vista sulla val Trebbia e sulle vette arrotondate del massiccio dei monti Antola (1597 m s.l.m.) e Carmo (1640 m s.l.m.); voltando lo sguardo si scorgerà, ormai in lontananza sul crinale, l’abitato di Barbagelata, circondato da boschi di latifoglie punteggiati in inverno da esemplari sempreverdi di abete.
Nei tratti in cui il bosco è più rado l’occhio spazia fino ai versanti rocciosi del monte Caucaso, geologicamente distinto dal territorio circostante in quanto costituito da resistenti arenarie. Giunti a un bivio occorre deviare a destra per imboccare uno sterrato, procedendo quindi attraverso zone boschive caratterizzate da faggi e rare conifere, fino a raggiungere le sorgenti di corsi d’acqua che confluiranno, a destra dello spartiacque, nel Trebbia, a sinistra nel Neirone e successivamente nel Lavagna. 

Lo sterrato incrocia la strada carrabile che collega Neirone con Torriglia presso la Sella della Giassina (928 m s.l.m.) caratterizzata da zone di pascolo e piccoli coltivi fra rade case. Nelle vicinanze della Sella della Giassina, abbiamo deciso di fermarci per cena, notte e prima colazione nell'ottimo Bed and Breakfast "Cugnobello".

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