Purtroppo ore 7:00 la situazione meteo era ancora un po' bruttina, ma dopo aver fatto colazione ha smesso di piovere quindi le condizioni erano più favorevoli di quando appena svegli avevamo sbirciato dalla finestra sul Lago, e avevamo pensato di indossare, da subito, le mantelline. E' bastato l'antivento.
Siamo così partiti in direzione Passo Forcella (terminale della Tappa numero 32). Il sentiero di raccordo, per risalire sull'Alta Via, attraversava la Riserva naturale delle Agoraie, un ambiente caratteristico e insolito di laghetti, stagni, prati umidi semi nascosti fra i boschi di una conca di origine glaciale.
Si tratta di un complesso di laghetti, formatisi in invasi di natura morenica, residuo di piccoli antichi ghiacciai esistenti un tempo sulle pendici settentrionali del monte Aiona. In essi troviamo specie appartenenti ad ambienti nordici ed alpini, le quali, dopo esser state sospinte a sud dalle glaciazioni al ritorno dei climi temperati sono riuscite a sopravvivere in questo territorio particolamente freddo e piovoso.
L’importanza scientifica di questa zona ha convinto ad instituire nel 1970 una riserva naturale di tipo integrale, la Riserva delle Agoraie di sopra e Mugetto. Tra la flora di questi stagni, alcuni perenni, altri stagionali, vanno ricordate la Menyanthes Trifogliata, la Drosera Rotundifoglia, la Caltha palustris, la Viola palutris, i piumini e numerose altre specie, tra cui una, il Trichophorum caespitosum, non segnalata altrove sull’appennino, e che raggiunge latitudini prossime al Polo Nord.
L’importanza scientifica di questa zona ha convinto ad instituire nel 1970 una riserva naturale di tipo integrale, la Riserva delle Agoraie di sopra e Mugetto. Tra la flora di questi stagni, alcuni perenni, altri stagionali, vanno ricordate la Menyanthes Trifogliata, la Drosera Rotundifoglia, la Caltha palustris, la Viola palutris, i piumini e numerose altre specie, tra cui una, il Trichophorum caespitosum, non segnalata altrove sull’appennino, e che raggiunge latitudini prossime al Polo Nord.
A questo punto, dopo aver percorso il sentiero di raccordo nella foresta delle Agoraie, siamo ritornati sull'Alta Via, precisamente al Passo delle Lame, ove abbiamo pranzato in prossimità di una cappelletta e del Rifugio Monte degli Abeti (chiuso).
Siamo così ripartiti sull'Alta Via, e giunti al Passo Bisinella o delle Rocche, dove parte il “Sentiero della Resistenza”.
Tra Borzonasca e Rezzoaglio diverse vie, mulattiere e stradine furono teatro delle vicende della lotta di Liberazione. In queste valli, dove i partigiani trovarono rifugio in fienili e casoni, nacque la brigata “Cichero”, ramificatasi fino a dare vita alla VI Zona Ligure, comprendente un vasto territorio da Genova all’Appennino, fino ad alcune aree della Pianura Padana.
Sono i corpi di dieci partigiani, fucilati per rappresaglia dopo essere stati torturati nelle carceri nazifasciste di Chiavari.
Da qui, ove la pineta lascia il posto ai faggi, si sale alla Cappella del Bozale e successivamente al Monte Bozale (1078 m s.l.m.), che occorre aggirare sul lato nord, per poi discendere, con molta attenzione, a tratti su pendii rocciosi abbastanza a strapiombo, su rocce di scisti argillosi, molto friabili, fino al Passo Forcella (875 m s.l.m.).
Lungo questo tratto, alternando saliscendi, pianori e parti di bosco, il panorama, ampio e suggestivo, si apre sulla valle Sturla e sul mare; lo sguardo abbraccia il valico e le numerose strade e vecchie mulattiere che , da Borzonasca, salgono a Rezzoaglio e alla Pianura Padana.
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