sabato 30 agosto 2014



VAL BORECA (il giro del Postino)




La val Boreca è una piccola valle formata dal torrente Boreca, affluente del Trebbia, collocata nel cuore delle quattro province: Pavia, Alessandria, Genova e Piacenza.

Quindi anche con quattro regioni: confina a nord con la valle Staffora (Lombardia), a ovest con la val Borbera (Piemonte), a sud con l'alta val Trebbia (Liguria) e a est ancora con la val Trebbia (Emilia-Romagna). 

Circondata da monti come il Lesima (1724 m s.l.m.),



Alfeo (1650 m s.l.m.),
Tartago (1688 m s.l.m.), 
Chiappo (1699 m s.l.m.),
Cavalmurone (1670 m s.l.m.), 
Carmo (1640 m s.l.m.), 
questa valle è impervia e coperta interamente da boschi.

L'isolamento geografico e la povertà delle vie di comunicazione con i cambianti socio-economici hanno portato ad un progressivo spopolamento della zona, tanto che oggi, in inverno, cinque degli undici villaggi sono chiusi e le abitazioni son per lo più seconde case che i villeggianti e valligiani emigrati riaprono d'estate.




Un bel giro, molto particolare in questa valle è quello che viene chiamato Giro del Postino. Questo giro era appunto quello che si faceva tutti i santi giorni il postino per consegnare le lettere quando ancora questi borghi non erano serviti da strade carrabili ed erano abitati tutto l'anno. Percorso impegnativo ma molto suggestivo!








Siamo partiti da Artana (1138 m s.l.m.) e abbiamo preso, proprio dal paese, il segnavia bianco e rosso n.175 in direzione Pizzonero che scende assai ripido in direzione del Boreca (questo primo tratto è con erba alta ed ortiche, prestare attenzione a non scivolare).

Al guado del torrente, si è nel punto più basso del giro a quota 691 m s.l.m., in alto, molto in alto si staglia il Lesima (m 1724 s.l.m.), una delle vette più elevate dell'Appennino con il caratteristico “pallone” (radar di controllo del traffico aereo). 

Siamo risaliti dall'altro versante del torrente con un sentiero meno ripido in una splendida faggeta con piante plurisecolari alcune dalle forme contorte, e, 




dopo circa due ore di cammino, siamo arrivati a Pizzonero (1032 m s.l.m.): 


forse il paesino più suggestivo, appartato e soleggiato di tutto il giro. 









Da qui possiamo ammirare uno splendido panorama con Artana, tutto il crinale che dalle Capanne di Cosola, porta al Cavalmurone e al Carmo. S'intravede anche il campanile di Bogli che sbuca dal bosco.












Quasi ora di pranzo, cerchiamo un posticino per fermarci, e, proseguendo il giro, lungo una sterrata (segnavia bianco e rosso n.121), dopo una curva appare, in fondo ad un prato, l'Oratorio di San Bernardo. Non potevamo immaginare posto migliore ove poter posare gli zaini e consumare il pranzo al sacco, un posto veramente incantevole!


Alle spalle dell'oratorio, la catena di montagne dal Cavalmurone al Poggio Rondino, passando per il Legnà. Davanti alla chiesetta, un muretto chiuso con un cancello delemita il piccolissimo cimitero di Pizzonero.

Dopo pranzo ci rimettiamo in cammino, Suzzi sarà la prossima tappa. La strada sterrata che collega Pizzonero a Suzzi è così battuta da sembrare quasi di asfalto. E' strettissima, in alcuni punti contornata da una staccionata in legno e taglia il versante attraversando numerosi imponenti rii, che scendono tra le gole delle montagne. Se si guarda attentamente, sotto alla strada si vede anche una bella fontana dove ci si può fermare a fare scorta d'acqua. Dopo aver percorso circa mezz'ora sulla sterrata, quando tra gli alberi iniziano ad intravedersi alcune vedute di Artana e Bogli, si giunge in prossimità di un cancello, oltrepassato il quale si arriva all'intersezione con la sterrata che scende da Passo Maddalena e che conduce a Suzzi (967 m s.l.m.). 

Dopo la doverosa sosta riprendiamo il cammino in discesa lasciando alla nostra sinistra il bianchissimo Oratorio di San Giovanni Battista ed il piccolo cimitero. 
Il sentiero diventa via, via più ripido e con piccoli tornanti porta ad un piccolo laghetto alimentato da una cascata, al cui fianco, c'è quel che resta del vecchio mulino uno dei tanti che in passato sorgevano lungo il corso del torrente. 

Riprendiamo il cammino, sul sentiero 121, superiamo un ponte sul torrente Boreca, ci portiamo sull'altro versante, prossimo paese Bogli (1067 m s.l.m.). 

Da qui, il sentiero prosegue in piano sul lato del fiume per un bel pezzo. Poi inizia a salire lentamente, passando sotto ad alcuni ruderi di case in pietra, ricoperte di muschio. Si giunge poi in corrispondenza di un rio (il Rio Bogli). 

Attraversato il rio, il sentiero incontra l'intersezione con il numero 187 (sentiero delle carbonaie) e prende poi a salire più decisamente, diventando sempre più impegnativo, considerata anche la stanchezza accumulata. 

Mentre saliamo, iniziamo ad intravedere i primi panorami su Suzzi, e, una volta percorso l'ultimo tratto di ripida salita, costellato di muretti a secco sui lati del sentiero, arriviamo ad un bivio, da una parte Bogli e dall'altra Artana. 




Proseguiamo ancora per Bogli, giunti in paese passiamo a fianco alla casa che apparteneva ai nonni di Arturo Toscanini (qui è il cognome più diffuso). 









Saliamo alla chiesa e percorriamo il bel paesino in lungo e in largo, forse il più bello, a nostro giudizio, insieme a Pizzonero. 











Da qui poi riprendiamo il sentiero in direzione di Artana, dove alla mattina era iniziato il nostro giro.












Il panorma è splendido con Pizzonero sovrastato dalla piramide del monte Alfeo. 

Dopo un'oretta arriviamo ad un antico lavatoio in pietre a tre arcate, appena prima di Artana, e subito dopo ci infiliamo nella vietta che taglia il paese, dove finisce il nostro giro.
Il giro per la lunghezza ed il dislivello è consigliato a persone abbastanza allenate, noi ci abbiamo messo circa 7 ore, chi non è convinto dei propri mezzi può, in alternativa, limitarsi a fare Artana – Bogli – Artana, segnavia bianco rosso n.121, che non presenta difficoltà (tempo previsto due ore escluso le soste).