lunedì 1 dicembre 2014

COSTA RICA (coast to coast)  
dall'Oceano Pacifico ...














A dicembre, pensando ad un posto ove poter fare trekking con temperature gradevoli, vista la stagione invernale, abbiamo deciso di partire, zaino in spalla, per il Costa Rica, 


la cui descrizione assomigliava molto a quella di un parco giochi tropicale: sentieri che conducono a cascate impetuose, vulcani immersi nella nebbia, spiagge deserte ...

Con le sue imponenti montagne, i canyon, le fitte giungle, le foreste nebulari e due tratti di costa, il Costa Rica è una delle destinazioni migliori e più varie per l'escursionismo e per il trekking (considerando che oltre un terzo del territorio beneficia di una forma di protezione ambientale e che la biodiversità qui è maggiore rispetto a Stati Uniti ed Europa messi insieme).

Così abbiamo deciso per un itinerario da costa a costa (coast to coast), dalla costa Pacifica a quella Atlantica, cercando di visitare il più possibile nelle due settimane di tempo a nostra disposizione.




Prima tappa del viaggio è stato il Parque Nacional Manuel Antonio, nei dintorni di Quepos, sull'oceano, a metà della costa Pacifica.
Questo Parco fu istituito nel 1972 evitando proprio all'ultimo minuto che la zona fosse disboscata per fare spazio a un grande progetto urbanistico lungo la costa. 



Al suo interno una rete di sentieri chiaramente tracciati attraversa spiagge tropicali e promontori rocciosi circondati dalla foresta pluviale.


Se ciò non fosse già abbastanza, a tutta questa bellezza va aggiunta la ricca popolazione di iguana, scimmie urlatrici, cebi cappuccini, bradipi e saimiri.

Abbiamo girato il Parco per tutta la giornata, avvistando tanti animali e riposandoci nelle paradisiache spiagge, lambite da acque turchesi: Playa Espadilla Sur e Playa Manuel Antonio.

















Altra tappa di rilievo, sempre sull'Oceano Pacifico, a sud, il Parque Nacional Marino Ballena, nei pressi di Uvita. 


Questo straordinario Parco marino è stato istituito per la salvaguardia dei coralli e delle barriere coralline che circondano Isla Ballena. 

Nonostante la modesta estensione, la riserva riveste una notevole importanza, soprattutto per le megattere che vi transitano lungo le rotte migratorie, per le colonie di delfini. Il periodo migliore per questi avvistamenti è da Dicembre ad Aprile, ma quest'anno i veri esperti dello studio di questi passaggi diceva che il periodo si era leggermente spostato in avanti ... peccato!

Questo Parco non è molto visitato dai turisti, per questo, siamo riusciti ad avvistare, sulle spiagge, di sabbia dorata e rocce levigate, numerosi animali appartenenti a diverse specie.

Muovendoci a Nord, sempre sulla Costa del Pacifico, abbiamo raggiunto il "pueblo" dall'atmosfera hippy e rilassata, Montezuma.
Il posto offre davvero tante cose da vedere, in particolare le tre cascate di acqua dolce (cataratas), il sentiero lungo il magnifico litorale (sueno verde) e la Reserva Natural Absoluta Cabo Blanco.



Quest'ultima è stata la prima area protetta istituita nel Costa Rica. Il microclima umido della zona favorisce la crescita della foresta sempre verde, molto diversa dalla foresta arida tropicale tipica di Nicoya. 





La Riserva fu istituita da Karen Mogensen e Nicholas Olof Wessburg, una coppia danese/svedese che si era stabilita a Montezuma negli anni '50. 
Tra i primi ambientalisti del Costa Rica nel 1960, scoprirono che alcune zone di Cabo Blanco erano minacciate dal disboscamento. All'epoca infatti il governo costaricense era principalmente orientato allo sviluppo agricolo del paese, e non aveva ancora intrapreso l'attuale politica di tutela ambientale.
Karen e Olof esercitarono un ruolo determinante nel convincere il governo a istituire un sistema di Parchi Nazionali, che avrebbe portato alla creazione della riserva di Cabo Blanco nel 1963. 

La coppia continuò a lottare per la protezione di un numero sempre maggiore di aree di interesse ecologico, ma nel 1975 Olof fu ucciso durante una campagna di sensibilizzazione nella Peninsula de Osa.


Karen portò avanti la loro lotta fino alla sua morte, nel 1994, 
oggi i due sono sepolti nella Reserva Absoluta Nicolas Wessburg, luogo in cui sorgeva la loro fattoria. 












Cabo Blanco è definita una riserva naturale "assoluta" perchè fino alla fine degli anni '80 ne era vietato l'accesso ai turisti.
Oggi anche se il nome non è cambiato, alcuni sentieri sono stati aperti ai visitatori, in particolare il Sendero Sueco (sentiero svedese) e il Sendero Danes (sentiero danese).

Abbiamo deciso di intraprendere il sentiero che porta all'estremità del promontorio ove, alla fine, vi è un'ampia spiaggia di sabbia e ciotoli. Orlata dalla giungla e protetta da due promontori scoscesi, uno dei quali è una scogliera protesa verso l'isola al largo della costa.   



Ultima tappa sulla Costa del Pacifico, Tamarindo, più precisamente alla Playa Grande, una spiaggia ampia e bellissima, che si estende dall'estuario di Tamarindo, per circa 5 Km (da qui il nome di Playa Grande). 

Qui, dopo splendidi tramonti, per tutta la notte, la natura ripropone un antico ciclo vitale: è il momento delle tartarughe che seguendo le correnti tornano al luogo che le ha viste nascere per deporvi le uova. 
Dal 1991 Playa Grande fa parte del Parque Nacional Marino Las Baulas de Guanacaste, che tutela uno dei luoghi di nidificazione delle tartarughe liuto più importanti al mondo. 
Accompagnati dall'ex direttore del Parco, grande appassionato di tartarughe, che abbiamo trovato fortuitamente, siamo partiti, dopo il tramonto, per sperare nell'avvistamento di qualche tartaruga che veniva a deporre le uova.

Siamo stati molto fortunati perchè, nel giro di qualche ora, ne abbiamo viste davvero tante che salivano sulla spiaggia per la deposizione, fenomeno che siamo riusciti a seguire da vicino due volte, nonostante l'elevato numero di tartarughe che venivano in spiaggia, anche perchè la procedura intera di deposizione durava circa 1 oretta (voglio precisare che la foto è stata scattata nel momento della deposizione vera e propria, quando la tartaruga entra in uno stato di trance). 
Abbiamo anche aiutato le guide del Parco a "spostare" le uova appena deposte (circa 60 uova a tartaruga), una volta che la tartaruga rientrava in mare. 
Questo per evitare il frequente furto di queste uova (vendute al mercato nero per 100 dollari l'una) da parte di persone che al mattino facilmente avrebbero notato il luogo di deposizione seguendo la grande scia lasciata dall'animale.

Dopo questa emozionante esperienza abbiamo salutato il Pacifico, diretti verso l'altra costa, Atlantica ... 

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