VAL BORECA (il giro del Postino)
La val Boreca è una piccola valle formata dal torrente Boreca, affluente del Trebbia, collocata nel cuore delle quattro province: Pavia, Alessandria, Genova e Piacenza.
Quindi anche con quattro regioni: confina a nord con la valle Staffora (Lombardia), a ovest con la val Borbera (Piemonte), a sud con l'alta val Trebbia (Liguria) e a est ancora con la val Trebbia (Emilia-Romagna).
Circondata da monti come il Lesima (1724 m s.l.m.),
Alfeo (1650 m s.l.m.),
Tartago (1688 m s.l.m.),
Chiappo (1699 m s.l.m.),
Cavalmurone (1670 m s.l.m.),
Carmo (1640 m s.l.m.),
questa valle è impervia e coperta interamente da boschi.
L'isolamento geografico e la povertà delle vie di comunicazione con i cambianti socio-economici hanno portato ad un progressivo spopolamento della zona, tanto che oggi, in inverno, cinque degli undici villaggi sono chiusi e le abitazioni son per lo più seconde case che i villeggianti e valligiani emigrati riaprono d'estate.
Siamo partiti da Artana (1138 m s.l.m.) e abbiamo preso, proprio dal paese, il segnavia bianco e rosso n.175 in direzione Pizzonero che scende assai ripido in direzione del Boreca (questo primo tratto è con erba alta ed ortiche, prestare attenzione a non scivolare).
Al guado del torrente, si è nel punto più basso del giro a quota 691 m s.l.m., in alto, molto in alto si staglia il Lesima (m 1724 s.l.m.), una delle vette più elevate dell'Appennino con il caratteristico “pallone” (radar di controllo del traffico aereo).
Siamo risaliti dall'altro versante del torrente con un sentiero meno ripido in una splendida faggeta con piante plurisecolari alcune dalle forme contorte, e,
forse il paesino più suggestivo, appartato e soleggiato di tutto il giro.
Quasi ora di pranzo, cerchiamo un posticino per fermarci, e, proseguendo il giro, lungo una sterrata (segnavia bianco e rosso n.121), dopo una curva appare, in fondo ad un prato, l'Oratorio di San Bernardo. Non potevamo immaginare posto migliore ove poter posare gli zaini e consumare il pranzo al sacco, un posto veramente incantevole!
Alle spalle dell'oratorio, la catena di montagne dal Cavalmurone al Poggio Rondino, passando per il Legnà. Davanti alla chiesetta, un muretto chiuso con un cancello delemita il piccolissimo cimitero di Pizzonero.
Dopo la doverosa sosta riprendiamo il cammino in discesa lasciando alla nostra sinistra il bianchissimo Oratorio di San Giovanni Battista ed il piccolo cimitero.
Il sentiero diventa via, via più ripido e con piccoli tornanti porta ad un piccolo laghetto alimentato da una cascata, al cui fianco, c'è quel che resta del vecchio mulino uno dei tanti che in passato sorgevano lungo il corso del torrente.
Riprendiamo il cammino, sul sentiero 121, superiamo un ponte sul torrente Boreca, ci portiamo sull'altro versante, prossimo paese Bogli (1067 m s.l.m.).
Attraversato il rio, il sentiero incontra l'intersezione con il numero 187 (sentiero delle carbonaie) e prende poi a salire più decisamente, diventando sempre più impegnativo, considerata anche la stanchezza accumulata.
Proseguiamo ancora per Bogli, giunti in paese passiamo a fianco alla casa che apparteneva ai nonni di Arturo Toscanini (qui è il cognome più diffuso).
Saliamo alla chiesa e percorriamo il bel paesino in lungo e in largo, forse il più bello, a nostro giudizio, insieme a Pizzonero.
Da qui poi riprendiamo il sentiero in direzione di Artana, dove alla mattina era iniziato il nostro giro.
Dopo un'oretta arriviamo ad un antico lavatoio in pietre a tre arcate, appena prima di Artana, e subito dopo ci infiliamo nella vietta che taglia il paese, dove finisce il nostro giro.
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